Rischio di caduta dall’alto

Secondo il D.Lgs. 81/08 art. 107 il rischio di caduta si ha quando il lavoratore durante l’attività lavorativa si trova ad una quota superiore ai 2 m rispetto ad un piano stabile.

Rischio di caduta dall’alto: come proteggersi

rischio-caduta

I rischi connessi all’attività lavorativa in quota sono principalmente:

  • rischio di caduta dall’alto, un rischio grave che può provocare lesioni anche permanenti o morte:
    • lesioni dovute alla forza di arresto,
    • lesioni causate dall’impatto con il terreno o altri materiali o ostacoli,
    • lesioni o più in generale effetti dovuti a una prolungata sospensione.
  • rischio da sospensione,
  • rischi ambientali,
  • rischi relativi alla movimentazione manuale dei carichi (MMC),
  • rischi correlati ai carichi,
  • rischi concorrenti

Il rischio di caduta dall’alto è un rischio grave che può provocare lesioni anche permanenti o morte:

  • lesioni dovute alla forza di arresto,
  • lesioni causate dall’impatto con il terreno o altri materiali o ostacoli,
  • lesioni o più in generale effetti dovuti a una prolungata sospensione.

Tipologie di caduta

Caduta libera è quella caduta in cui la distanza è superiore ai 600 mm in direzione verticale, ma anche in un pendio senza l’assistenza di un corrimano.

Caduta libera limitata è la caduta in cui la distanza è uguale o inferiore ai 600 mm nella direzione verticale e su un pendio dove non si ha il corrimano.

Quando una persona mentre sta cedendo è trattenuta dall’azione di un idoneo dispositivo di trattenuta si parla di caduta contenuta. Tale caduta non è mai superiore ai 600 mm.

Caduta totalmente preveduta è quella situazione in cui un sistema di trattenuta impedisce al lavoratore di raggiungere la zona che presenta il rischio di caduta.

Effetto pendolo

Effetto pendolo è quel fenomeno che si verifica ogni volta che una parte del peso dell’operatore non viene bilanciata dalla reazione della copertura e risulta disallineata rispetto alla corda di trattenuta. A causa dell’oscillazione intorno alla posizione di arresto del lavoratore, il corpo può subire rotazioni e oscillazioni, con il rischio di urtare contro elementi sporgenti o il suolo stesso, specialmente se ci si trova a un’altezza ridotta.

Se c’è il rischio che l’utilizzatore incontri un ostacolo durante l’effetto pendolo, è necessario adottare una configurazione diversa della linea di ancoraggio o un sistema alternativo. Per prevenire l’effetto pendolo, è importante saper valutare il tirante d’aria, la distanza minima verticale necessaria all’arresto in sicurezza del lavoratore in un sistema di arresto della caduta. Il tirante d’aria è la la distanza di arresto maggiorata di 1 m quale valore di sicurezza.

Rischio da sospensione

La sindrome da sospensione o o da imbracatura è una condizione che può verificarsi quando una persona inerte rimane sospesa. In questa posizione, il sangue tende ad accumularsi nelle gambe e nella parte inferiore del corpo, poiché la forza di gravità ostacola il ritorno venoso verso il cuore. Questo può provocare insufficienza cardiocircolatoria e ischemia cerebrale.

Anche la sospensione cosciente in particolare se prolungata e continuativa può comportare rischi per la salute del lavoratore dovuti alla compressione dei vasi degli arti inferiori. Ma nella sospensione inerte a seguito di perdita di coscienza si ha un rapido peggioramento delle funzioni vitali.

Rischi ambientali

Nonostante i lavori in quota possano essere effettuati solamente se le condizioni metereologiche non mettano in pericolo la sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/08 art. 111 c. 7), vi sono vari rischi connessi alle condizioni ambientali quali la caduta di oggetti o di parti strutturali dall’alto, crolli, abbattimenti non controllati, scivolosità dei supporti, cedimenti strutturali, esposizione a scariche elettriche atmosferiche, innesco di incendio.

Rischi relativi alla movimentazione manuale dei carichi

La movimentazione manuale dei carichi (MMC) provoca danni se si sollevano pesi curvando la schiena, se una posizione fissa è mantenuta a lunga e se si svolgono attività di traino o di spinta.

Rischi concorrenti

Rischi concorrenti sono quei pericoli che possono verificarsi contemporaneamente o in rapida successione, aumentando il rischio complessivo di un evento avverso o di un incidente. Questi rischi possono provenire da fonti diverse, come ad esempio le condizioni ambientali, le attrezzature. Nei lavori in quota i principali rischi concorrenti sono un’aderenza non ottimale delle calzature, un abbagliamento, un rapido raffreddamento, una riduzione della visibilità, un colpo di calore, disidratazione, vertigini e disturbi dell’equilibrio.

Tipologie di DPI

L’art. 111 del D.Lgs. 81/08 indica in primo luogo di dare priorità alle misure di protezione collettive e in secondo luogo in attrezzature confacenti alla natura dei lavori, alle sollecitazioni prevedibili e a una circolazione senza rischi. I DPI per i lavori in quota si scelgono secondo alcuni criteri fondamentali:

  • l’operatore deve lavorare e muoversi con facilità,
  • valutazione della compatibilità del dispositivo con gli specifici lavori da eseguire,
  • valutazione della compatibilità di tutti i componenti del sistema,
  • predisposizione di una procedura per il recupero del lavoratore in caso di caduta.

DPI per la trattenuta

Evitano le cadute dall’alto limitando lo spostamento dell’operatore in modo che non raggiunga le zone in cui è possibile cadere.

DPI per il posizionamento

Permettono all’operatore di lavorare sostenuto in tensione.

Sistemi di arresto della caduta

Sono costituiti da diversi elementi: imbracatura, assorbitore di energia, cordino, connettore e punto di ancoraggio. Il cordino può avere una lunghezza massima (compresi i connettori) di 2 m. La funzione dell’assorbitore di energia è dissipare l’energia cinetica durante la caduta; i requisiti sono stabiliti nelle norme UNI 355 e UNI 364. I connettori possono essere a bloccaggio automatico o manuale.

L’imbracatura è concepita per distribuire in caso di caduta le tensioni sul corpo durante la caduta e l’arresto. È costituita dai seguenti elementi: spallacci, cinghia frontale, fibbia di regolazione della cintura, cosciale, fibbie di regolazione degli spallacci, cintura di posizionamento, aggancio dorsale, fibbie di regolazione cosciale, marcatura.

I sistemi di trattenuta conformi alla norma EN 358 e le cinture di posizionamento sul lavoro sono composti da un nastro posizionato a livello della vita, con uno schienale di supporto e almeno due punti di attacco per collegare un cordino di posizionamento o di trattenuta, che può essere regolabile o fisso.

La cintura con cosciali, in conformità con la norma EN 813, viene utilizzata nei sistemi di trattenuta, posizionamento sul lavoro e accesso con fune, ma solo quando le attività non sono a rischio di caduta dall’alto o ribaltamento, poiché non è idonea per arrestare cadute libere in modo sicuro. Si compone di una cintura e di cosciali imbottiti di dimensioni adeguate per garantire un comfort ottimale all’operatore e ha un attacco centrale.

Un sistema anticaduta con dispositivi retrattili è costituito da un’imbracatura e da un dispositivo anticaduta retrattile vincolato a un punto di ancoraggio con arrotolatore autobloccante e cordino retrattile. Il dispositivo retrattile blocca il movimento quando si supera la velocità di 1,5 m/s e ha una distanza di arresto massima di 2 m.

Infine tra i DPI non possono mancare l’elmetto per la protezione del capo e le scarpe che possono essere di tipo SB, S1, S2 o S3.

Ancoraggi

Gli ancoraggi sono costituiti da tre elementi: struttura di supporto, ancorante e elemento da fissare.

La tipologia di ancoraggi corrisponde alle norme cui rispondono:

  • UNI EN 795: dispositivi temporanei di ancoraggio:
    • progettati esclusivamente per DPI anticaduta,
    • utilizzabili da un singolo lavoratore,
    • rimovibili dalle strutture di ancoraggio senza danneggiare le stesse.
  • EN 11578: dispositivi permanenti di ancoraggio:
    • progettati esclusivamente per DPI anticaduta,
    • utilizzabili anche per multi-utente,
    • rimovibili dalle strutture di ancoraggio senza danneggiare le stesse.
  • UNI EN 516 e 517: ganci di sicurezza.
  • Circolari MLPS 85/78, 44/90, 132/91: ancoraggi per ponteggi.
  • ETAG 001: ancoraggi per calcestruzzo.
Marcatura degli ancoraggi

Gli ancoraggi permanenti non rientrano nel campo di applicazione del D.Lgs. 475/92 e quindi non sono DPI e perciò non devono essere marcati CE. Gli ancoraggi non permanenti sono invece considerati DPI e quindi devono essere marcati CE.

Conclusione

Prevenire il rischio caduta dall’alto sul luogo di lavoro rappresenta un aspetto prioritario nella tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. La messa in atto di adeguate misure di sicurezza, in combinazione con l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) più idonei, rappresenta un fattore cruciale per garantire un ambiente di lavoro sicuro.