Piattaforme elevabili: nuove direttive ministeriali

Il Ministero del Lavoro ha emesso una circolare, la n. 7 del 12 settembre 2024, sulle problematiche relative alla sicurezza legate all’uso delle piattaforme di lavoro elevabili (PLE).

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La circolare prende in considerazione i dati raccolti nell’ultimo decennio, dal quale ne esce un quadro preoccupante: infatti emerge che non sono le macchine più vecchie a destare le maggiori preoccupazioni, ma molti degli incidenti più gravi si sono verificati su piattaforme elevabili piuttosto recenti.

L’indagine e le criticità emerse nell’analisi degli incidenti con piattaforme elevabili

L’analisi si è concentrata su incidenti che si sono verificati nell’ultimo decennio e ha rivelato che i cedimenti strutturali sono la causa principale di questi incidenti. Non si tratta di semplici malfunzionamenti, ma di veri e propri collassi di parti cruciali della struttura. Questi eventi non solo mettono a rischio la vita degli operatori, ma sollevano anche questioni fondamentali sulla sicurezza intrinseca di queste macchine, anche quando sono relativamente nuove.

L’indagine ha sostanzialmente rivelato delle criticità quali cedimenti strutturali in macchine con meno di 10 anni di servizio e altre problematiche come fenomeni di fatica, imbozzamento e saldature non conformi.

Cosa fare

Per migliorare la sicurezza delle piattaforme elevabili pone l’attenzione sull’importanza dei seguenti aspetti:

  • documentazione completa: conservazione di tutti i documenti relativi alla macchina (certificati, istruzioni del fabbricante e verbali di verifica),
  • registro di controllo: Implementazione obbligatoria di un registro dettagliato per documentare tutte le attività di controllo e manutenzione,
  • aree di attenzione critica: identificazione delle zone più soggette a cedimenti strutturali, tra cui zone di articolazione, bracci telescopici e stabilizzatori,
  • responsabilità degli attori coinvolti:
    • fabbricanti: perché siano garantiti standard di sicurezza conformi alle norme armonizzate,
    • utilizzatori: perché vi sia un’aderenza rigorosa alle istruzioni del fabbricante,
    • enti verificatori: affinché valutino lo stato di conservazione della macchina,
    • organi di vigilanza: affinché verifichino dell’esecuzione delle ispezioni periodiche e della corretta manutenzione.

Tutto questo implica da una parte un aumento dei costi di manutenzione e ispezione, ma dall’altra la potenziale riduzione degli incidenti e dei costi associati nel lungo periodo. Inoltre bisogna riconsiderare le necessità formative per operatori e tecnici.

Questo è quanto ci dice la circolare, ma per quanto riguarda come migliorare la sicurezza delle piattaforme elevabili le soluzioni possono essere varie. Su questo punto si può pensare all’integrazione di IoT (Internet of Things) nelle piattaforme con sistemi di allarme preventivo per potenziali guasti e sensori per il monitoraggio dello stress strutturale. Inoltre si possono realizzare delle guide di manutenzione interattive e guide formative virtuali con simulazioni di rischio.

A ciò si aggiunge la possibilità di potenziare le PLE autonome e semi-autonome, dotate di GPS, sensori di prossimità e di ostacoli e un software per permettere una navigazione autonoma o semi-autonoma nel cantiere ottimizzando i percorsi. ma sicura rilevando ostacoli. La comunicazione di questo tipo di piattaforme dovrebbe avvenire in tempo reale con un sistema centrale di gestione della sicurezza del cantiere.

Conclusione

Il Ministero ha annunciato una prossima pubblicazione di un documento tecnico di indirizzo, che fornirà ulteriori dettagli sulle procedure di prevenzione e controllo. Questo documento sarà fondamentale per l’implementazione efficace delle nuove misure di sicurezza.  


Piano Transizione 5.0: sostenibilità e innovazione

Transizione 5.0 è un’iniziativa del Governo italiano, che è stata introdotta per promuovere la trasformazione digitale e la sostenibilità delle imprese. Il piano Transizione 5.0 è finanziato attraverso fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del programma RepowerEU e ha un budget di oltre 6 miliardi di euro.

Il Piano Transizione 5.0 supporta le imprese in un evoluzione verso modelli produttivi più sostenibili e digitalizzati, enfatizzando da una parte la sostenibilità ambientale e l’incremento dell’efficienza energetica e dall’altro attraverso attraverso l’adozione di tecnologie avanzate, tra cui robotica, intelligenza artificiale, Internet of Things, stampa 3D e cloud computing. Questi obiettivi si concretizzano in incentivi per l’adozione di tecnologie innovative, miglioramenti nell’efficienza energetica e l’integrazione di fonti di energia rinnovabile.

Incentivi e crediti d’imposta

Il piano offre crediti d’imposta per le spese sostenute dalle imprese in nuovi investimenti tra il 1 gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025. Gli incentivi sono disponibili per:

  • beni strumentali materiali e immateriali (art. 6 Decreto 24 luglio 2024, n. 19): agevolazioni per investimenti in beni (macchinari, robot, attrezzature e software, inclusi quelli per il monitoraggio dei consumi energetici) connessi ai sistemi di gestione della produzione .
  • crediti di imposta per la riduzione dei consumi energetici (art. 10 Decreto 24 luglio 2024, n. 19): si tratta di un incentivo per investimenti finalizzati alla riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o del 5% per i processi produttivi interessati.
  • crediti di imposta per autoproduzione e autoconsumo da fonti rinnovabili (art. 7 Decreto 24 luglio 2024, n. 19): sono inclusi gli impianti di stoccaggio dell’energia.
  • formazione: il Piano (art. 8 Decreto 24 luglio 2024, n. 19) prevede agevolazioni nel limite del 10% degli investimenti totali per la formazione del personale, entro un massimo di 300.000 euro. In particolare le spese per attività di formazione erogate da soggetti esterni all’impresa sono agevolabili. Il percorso formativo deve avere una durata minima di 12 ore con una verifica finale e relativa attestazione.

Le aliquote del credito d’imposta variano in base al livello di risparmio energetico raggiunto e le imprese devono rispettare specifici requisiti di certificazione per accedere agli incentivi. I crediti di imposta sono cumulabili con altre agevolazioni entro i vari limiti indicati dai Decreti.

Beneficiari

I beneficiari del Piano Transizione 5.0, secondo il decreto, sono tutte le Imprese Residenti in Italia con sede legale o operativa in Italia, indipendentemente dalla forma giuridica, settore economico, dimensione o regime fiscale, nonché le Stabili Organizzazioni di Soggetti Non Residenti.

Il Decreto 24 luglio 2024, n. 19 esclude chiaramente le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale o sottoposte ad altre procedure concorsuali. Escluse anche le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, o che non rispettano le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro o sono inadempienti rispetto agli obblighi contributivi.

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Requisiti dei Progetti

I requisiti dei progetti sono essenzialmente due.

  • I progetti essere stati avviati dopo il 1 gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025.
  • Gli investimenti devono riguardare beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa, che portino a una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o del 5% per i processi produttivi interessati.

Conclusione

Transizione 5.0 mira a bilanciare innovazione digitale e sostenibilità ecologica, mettendole in stretta connessione. Sicuramente i settori che possono trarre benefici dal Piano sono quello manifatturiero e quello della logistica che possono migliorare e potenziare quanto già implementato.

  


La sicurezza dei robot industriali: EN ISO 102018

La norma EN ISO 102018 è una direttiva fondamentale per garantire la sicurezza dei robot industriali a partire dalla progettazione, al funzionamento e alla sicurezza degli operatori.

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Definizione e classificazione dei robot industriali

Il concetto di robot industriale è definito dalla ISO 10218 come una macchina automatica multiuso programmabile e riprogrammabile, fissa o mobile; il robot è in grado di manipolare materiali, parti, strumenti o dispositivi specializzati per eseguire varie attività senza intervento diretto dell’uomo. I robot industriali sono progettati per migliorare l’efficienza e la convenienza nei processi produttivi, riducendo i tempi di lavoro e aumentando la precisione delle operazioni.

Nella valutazione dei rischi bisogna tenere in considerazione una serie di fattori fondamentali relativi al funzionamento e all’impiego del robot industriale. In primo luogo, è essenziale considerare le operazioni previste del robot: tra queste si comprendono l’insegnamento delle procedure, la manutenzione regolare, l’impostazione dei parametri e la pulizia dopo l’uso. Tuttavia, è altrettanto importante considerare gli imprevisti, come un avvio inatteso, che potrebbe richiedere un intervento immediato da parte del personale da tutte le direzioni per prevenire eventuali danni o incidenti. Un altro aspetto da considerare è l’uso improprio del robot, che potrebbe essere ragionevolmente prevedibile e comportare rischi significativi se non gestito correttamente. Inoltre, è fondamentale valutare l’effetto di un guasto nel sistema di controllo, poiché potrebbe compromettere la sicurezza del robot e degli operatori coinvolti. Infine, se necessario, è importante identificare e comprendere i pericoli specifici associati all’applicazione particolare del robot, adottando misure preventive adeguate per mitigare i rischi potenziali.

La classificazione dei robot secondo la ISO 10218 si basa sulla valutazione del rischio e prevede diverse categorie in base alle caratteristiche e alle capacità della macchina. La sicurezza dei robot è un aspetto fondamentale che deve essere preso in considerazione durante la progettazione, l’installazione e l’utilizzo dei robot industriali.

Requisiti generali di sicurezza per l’uso dei robot

ISO 102018 fornisce linee guida specifiche per assicurare che i robot siano progettati e utilizzati in modo sicuro ed efficiente. La corretta progettazione dei robot è essenziale ed è il punto di partenza per garantire la sicurezza funzionale e la resistenza meccanica necessarie ad affrontare le diverse situazioni operative. I materiali impiegati nella costruzione dei robot devono essere selezionati con cura, tenendo conto delle sollecitazioni a cui verranno sottoposti e delle normative vigenti in materia di sicurezza.

Lo sviluppo tecnologico ha portato a nuove applicazioni collaborative che richiedono un’attenta valutazione dei rischi e un’adeguata progettazione dei sistemi di sicurezza. La prestazione delle parti del sistema di comando deve essere accuratamente testata e verificata per garantire un funzionamento affidabile in ogni situazione.

La progettazione dei robot deve tenere conto delle varie fasi di utilizzo, dalla fase di programmazione a quella di esercizio, inclusi eventuali interventi di manutenzione. È fondamentale che i robot siano dotati di dispositivi di protezione adeguati per prevenire incidenti e lesioni agli operatori.

La norma EN ISO 102018 pone inoltre l’accento sull’importanza della formazione degli operatori, che devono essere informati sui rischi correlati all’uso dei robot e sulle corrette procedure da seguire per garantire la propria sicurezza. Ovviamente si devono poi effettuare regolari controlli e test per verificare la conformità dei robot ai requisiti di sicurezza stabiliti.

Protezioni fisiche e sistemi di sicurezza nei robot industriali

Nel contesto dei robot industriali, le protezioni fisiche e i sistemi di sicurezza rivestono un ruolo essenziale per garantire la manipolazione sicura degli operatori e la protezione delle attrezzature e degli ambienti circostanti. Le protezioni fisiche sono progettate per prevenire il contatto accidentale con parti mobili dei robot e per limitare l’accesso non autorizzato agli stessi. Queste protezioni devono essere progettate in modo da non compromettere l’efficienza operativa del robot, consentendo al contempo un’interfaccia sicura con gli operatori.

Stop di emergenza e di protezione

Ogni robot deve avere una funzione di arresto di protezione e una funzione di arresto di emergenza indipendente. A seconda della categoria di appartenenza i robot devono avere uno o più funzioni di arresto in caso di emergenza. L’arresto di emergenza deve essere progettato per arrestare rapidamente lil robot in situazioni in cui vi è un rischio immediato per la sicurezza o la salute. È tipicamente avviato da un grande pulsante o interruttore marcati in modo visibile facilmente accessibile agli operatori. Una volta attivato, un arresto di emergenza arresta il robot il più rapidamente possibile, annullando il normale funzionamento e spegnendone l’alimentazione. Gli arresti di emergenza sono utilizzati per rispondere a emergenze impreviste, come malfunzionamenti delle apparecchiature, lesioni dell’operatore o presenza di pericoli nell’area di lavoro.

Lo stop di protezione è un arresto di sicurezza dei robot che mantiene attiva la programmazione in modo da consentire un riavvio senza perdita di operatività.

Protezioni

I sistemi di sicurezza includono dispositivi come sensori di sicurezza, tastiere di emergenza, barriere fotoelettriche e altri dispositivi che possono rilevare movimenti non sicuri o situazioni potenzialmente pericolose. Inoltre, vengono impiegati sistemi di controllo intelligenti che possono fermare il robot in caso di emergenza o ridurre la velocità delle operazioni in presenza di ostacoli imprevisti.

Per quanto riguarda lo stoccaggio, il trasporto e l’imballaggio dei robot industriali, è importante garantirne la sicurezza durante tutte le fasi del ciclo di vita. Le protezioni fisiche e i sistemi di sicurezza devono essere progettati in modo da prevenire danni ai robot durante le operazioni di movimentazione e trasporto, evitando danni alla struttura e ai componenti sensibili.

La limitazione della temperatura è un altro aspetto critico da considerare nella progettazione dei sistemi di sicurezza dei robot industriali. Si deve monitorare costantemente la temperatura dei componenti critici dei robot per prevenire surriscaldamenti e danneggiamenti. Allo stesso tempo è importante garantire la corretta dissipazione del calore prodotto durante il funzionamento del robot.

L’energia elettrica, pneumatica e idraulica utilizzata dai robot industriali deve essere gestita in modo sicuro per prevenire il rischio di incidenti o guasti. I sistemi di alimentazione devono essere progettati secondo standard di sicurezza specifici e devono essere regolarmente manutenuti e verificati per garantirne il corretto funzionamento.

Le classi di robot, Classe I e Classe II, definiscono le specifiche livello di sicurezza richieste per garantire un ambiente lavorativo sicuro per gli operatori. I robot di Classe I sono dotati di maggiori protezioni fisiche e sistemi di sicurezza rispetto ai robot di Classe II, che richiedono una maggiore supervisione umana durante le operazioni.

Infine, bisogna considerare anche la cybersicurezza nella progettazione dei robot industriali, poiché la crescente interconnessione tra i dispositivi rende i robot vulnerabili ad attacchi informatici.

I robot mobili

I robot mobili sono macchine in grado di spostarsi autonomamente all’interno di uno spazio definito, senza la necessità di una guida esterna. Questi robot possono essere progettati per svolgere varie attività, come il trasporto di merci, la sorveglianza, la pulizia e molte altre funzioni.

I robot mobili possono essere classificati in base alla loro forma di locomozione, che può essere a ruote, cingoli, gambe o anche aerei. Le caratteristiche principali di un robot mobile includono la capacità di navigare in modo autonomo, evitando ostacoli e raggiungendo i punti desiderati, la capacità di comunicare con sistemi esterni per ricevere istruzioni o inviare informazioni, e la robustezza fisica per resistere agli ambienti complessi e alle sollecitazioni quotidiane.

Questa tipologia di robot deve essere dotata di dispositivi per evitare collisioni o incidenti; i robot mobili devono potersi arrestare automaticamente in caso di emergenza. inoltre gli operatori devono poter facilmente controllare ed eventualmente disattivarli se necessario.

I robot collaborativi

I robot collaborativi sono progettati per lavorare a stretto contatto con noi, collaborando e interagendo. Esistono diverse tipologie di robot collaborativi, ognuna con specifiche funzionalità che si adattano alle diverse esigenze lavorative.

Essi possono essere divisi in diverse categorie in base alle loro caratteristiche e funzionalità. Una tipologia comune è rappresentata dai robot collaborativi dotati di sensori avanzati che permettono loro di percepire l’ambiente circostante e adattarsi alle variazioni in tempo reale. Questi robot sono in grado di eseguire compiti che richiedono una certa flessibilità e capacità di adattamento, come ad esempio il pick and place di oggetti di forme diverse e dimensioni variabili.

Altra tipologia importante è rappresentata dai robot collaborativi dotati di sistemi di visione artificiale, che permettono loro di riconoscere oggetti e persone e interagire con essi in modo sicuro ed efficace. Questi robot sono particolarmente adatti per svolgere attività di ispezione e controllo qualità, dove è richiesta una elevata precisione e accuratezza nell’identificazione degli elementi analizzati.

Un’altra categoria di robot collaborativi molto diffusi è rappresentata dai robot manipolatori, dotati di bracci meccanici in grado di eseguire movimenti complessi e precisi per svolgere attività di assemblaggio, montaggio o manipolazione di materiali. Questi robot sono spesso impiegati in linee di produzione industriali per automatizzare processi ripetitivi e migliorare l’efficienza produttiva.

Infine, esistono anche robot collaborativi mobili, dotati di sistemi di navigazione autonomi che permettono loro di spostarsi in modo autonomo all’interno degli ambienti lavorativi e svolgere diverse attività in diversi punti della fabbrica o del magazzino. Queste tipologie di robot sono sempre più utilizzate nelle industrie per ottimizzare la logistica interna e aumentare la flessibilità e la produttività dei processi lavorativi.

Gestione del rischio e valutazione della conformità

Il Regolamento UE in materia di macchine impone che i fabbricanti di robot adottino un approccio basato sul rischio per garantire la sicurezza dei loro prodotti. Questo significa che la gestione del rischio e la valutazione della conformità devono essere parte integrante del processo di progettazione e produzione dei robot secondo la norma EN ISO 102018.

La gestione del rischio inizia con l’identificazione e l’analisi di tutti i potenziali pericoli che il robot potrebbe presentare durante il suo utilizzo. Questo può includere rischi legati alla movimentazione meccanica, all’interazione uomo-macchina, alla presenza di sostanze pericolose o alla possibilità di incidenti dovuti a malfunzionamenti del sistema. Una volta individuati i rischi, è necessario valutarne la gravità e la probabilità di occorrenza, al fine di definire le misure preventive e protettive da adottare.

La valutazione della conformità riguarda invece il rispetto dei requisiti normativi e delle specifiche tecniche previste dalla normativa EN ISO 102018. Questi requisiti riguardano diverse aree, tra cui la progettazione e costruzione del robot, l’installazione e messa in servizio, l’uso sicuro del robot e la manutenzione corretta. Inoltre, è importante tenere conto delle specifiche esigenze dei settori in cui il robot sarà impiegato, ad esempio nel settore industriale, sanitario o agricolo.

L’implementazione di apposite misure di protezione e sicurezza rappresenta un altro aspetto fondamentale sia in ambito hardware sia software.


Smart DPI: la tecnologia nella sicurezza sul lavoro

Non solo DPI, ma anche smart DPI e IoT (Internet of Things): le nuove tecnologie contribuiscono sempre più alla sicurezza sul lavoro, migliorandola notevolmente.

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Cosa sono gli Smart DPI: caratteristiche e vantaggi

Gli smart DPI rappresentano una innovazione significativa nell’ambito dei DPI. Gli smart DPI integrano la tecnologia IoT, Internet of Things, offrendo funzionalità avanzate e una maggiore efficienza nella protezione dei lavoratori. Questi dispositivi attraverso sensori di rilevamento connessi in rete monitorano costantemente l’ambiente lavorativo rilevando potenziali rischi per la sicurezza.

Una delle principali caratteristiche degli smart DPI è la capacità di raccogliere e analizzare dati in tempo reale sull’ambiente di lavoro, consentendo una risposta immediata in caso di situazioni pericolose. I sensori integrati nei dispositivi sono in grado di rilevare per esempio variazioni di temperatura, di pressione, livelli di umidità, presenza di sostanze nocive , fornendo informazioni dettagliate agli operatori.

Grazie alla connettività IoT, gli smart DPI possono comunicare tra loro e con i sistemi centralizzati per scambiarsi informazioni e coordinare le azioni da intraprendere in caso di emergenza. Inoltre, gli smart DPI sono dotati di funzionalità avanzate come notifiche in tempo reale, allarmi personalizzati e sistemi di geolocalizzazione che consentono di individuare rapidamente la posizione dei lavoratori in caso di emergenza. Queste caratteristiche migliorano notevolmente la reattività e l’efficacia delle misure di sicurezza sul lavoro, riducendo il rischio di incidenti.

Un altro vantaggio degli smart DPI è la possibilità di raccogliere e analizzare i dati attraverso la cui analisi si possono identificare trend e pattern, individuare aree critiche e pianificare interventi mirati per migliorare le condizioni di sicurezza. La disponibilità di dati accurati consente di valutare l’efficacia delle misure adottate e apportare eventuali modifiche per ottimizzare la protezione dei lavoratori in un processo di monitoraggio continuo finalizzato al continuo miglioramento.

Formazione e addestramento

Il Rapporto tecnico UNI TR 11858:2022 sottolinea che la formazione dovrà essere specifica e mirata in particolare per quanto riguarda i seguenti argomenti:

  • la finalità dell’introduzione del sistema Iot,
  • la funzionalità del sistema Iot,
  • la tecnologia di comunicazione adottata,
  • i dati rilevati, trasmessi, elaborati e archiviati e la politica di gestione degli stessi,
  • le specificità relative ai DPI con sistema Iot,
  • eventuali modifiche alle procedure a seguito dell’introduzione dei sistemi Iot,
  • il miglioramento nella gestione della sicurezza e delle emergenze,
  • l’impatto e le conseguenze sull’operatore in merito alla tutela della salute a seguito dell’utilizzo dei DPI con sistema Iot.

Applicazioni

Utilizzando un sistema IoT tutte le informazioni relative ai DPI sono gestite globalmente. Questi dati includono istruzioni, codici identificativi, date di scadenza, ore di utilizzo, eventuali operazioni di manutenzione periodica, assegnazione ai lavoratori.

L’utilizzo degli smart DPI si può rivelare estremamente utile nelle aree ad accesso controllato in modo da consentire l’accesso solo ai lavoratori autorizzati, formati e con i DPI necessari.

Inoltre gli smart DPI possono essere configurati in modo da interagire con altre attrezzature per segnalare eventuali situazioni di pericolo.

Nessuno svantaggio?

DPI con sistemi IoT generano campi elettromagnetici e per questo si rimanda alla CEI EN 62369-1 e alla CEI EN 62479.

L’utilizzo degli smart DPI può comportare che si verifichi una diminuzione della percezione del rischio. Nonostante l’uso corretto e la manutenzione regolare, esiste sempre la possibilità che questi dispositivi presentino malfunzionamenti, che potrebbero non essere immediatamente rilevati dagli operatori. Pertanto, è essenziale che i lavoratori siano adeguatamente preparati a gestire eventuali situazioni di emergenza anche in presenza di guasti tecnici. Questo richiede non solo una formazione adeguata sull’uso dei dispositivi e sui protocolli di sicurezza, ma anche la disponibilità di procedure di emergenza chiare e facilmente accessibili.

Dal momento che gli smart DPI sono dispositivi in grado di raccogliere una vasta quantità di dati anche personali e sensibili, è indispensabile implementare rigorose misure di protezione dei dati e garantire il rispetto del GDPR e in particolare riguardo a quali dati si raccolgono, in che modo e come poi sono analizzati e conservati.


Gli incidenti sul lavoro nell’industria

La prevenzione degli incidenti sul lavoro nelle industrie di produzione: linee guida pratiche

Gli infortuni sul lavoro rappresentano una delle principali preoccupazioni per le industrie manifatturiere. Questi incidenti possono avere conseguenze disastrose per i lavoratori, oltre che per le stesse aziende. Tuttavia, ci sono molte strategie che le aziende possono adottare per prevenire gli infortuni sul lavoro e garantire un ambiente di lavoro sicuro e salutare per i propri dipendenti.

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Una delle prime cose che le aziende possono fare per prevenire gli incidenti sul lavoro è quella di istituire programmi di formazione per i propri dipendenti. Questi programmi dovrebbero essere progettati per educare i lavoratori su come identificare i pericoli sul lavoro e come evitarli. I dipendenti dovrebbero essere formati per utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale, come indossare guanti, caschi e occhiali protettivi. Inoltre, i dipendenti dovrebbero essere istruiti sulle corrette tecniche di sollevamento e movimentazione dei carichi per evitare lesioni da sforzo.

Linee guida pratiche

Audit interni


Le aziende possono effettuare regolarmente audit interni nel posto di lavoro per individuare e risolvere eventuali problemi di sicurezza. Questi audit dovrebbero essere effettuati da un team dedicato di esperti in sicurezza sul lavoro. Durante gli audit si dovrebbe identificare i potenziali pericoli sul lavoro, come macchinari non sicuri, zone di movimento del carico non segnalate, cavi elettrici scoperti, e così via. Una volta individuati questi problemi, dovrebbero essere presi provvedimenti immediati per risolverli.

Manutenzione


Le aziende devono inoltre garantire che tutti i loro macchinari e attrezzature siano sempre in buone condizioni e che la manutenzione sia regolare. Ciò significa che le aziende dovrebbero avere un team dedicato per la manutenzione e la riparazione dei macchinari. Inoltre, tutte le attrezzature dovrebbero essere ispezionate e testate regolarmente per garantire che siano in grado di svolgere il proprio lavoro in modo sicuro ed efficace. Le attrezzature devono essere sempre riparate o sostituite in caso di problemi in modo tempestivo.

Comunicazione


È opportuno che le aziende incentivino la collaborazione tra i dipendenti per prevenire gli infortuni sul lavoro. I dipendenti dovrebbero essere incoraggiati a segnalare i potenziali pericoli sul lavoro e a lavorare insieme per risolverli: la comunicazione si rivela fondamentale anche per gli aspetti legati alla sicurezza sul lavoro.

Uso dei DPI e formazione


Come accennato all’inizio dell’articolo, è fondamentale per prevenire gli infortuni sul lavoro il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuali (DPI) messi a disposizione in azienda. Queste attrezzature possono includere caschi, guanti, occhiali protettivi, maschere respiratorie e altri dispositivi di sicurezza. Le aziende devono garantire che i dipendenti siano formati su come utilizzare correttamente queste attrezzature e che siano disponibili in quantità sufficiente.

Un approccio globale


Prevenire gli incidenti sul lavoro nelle industrie manifatturiere richiede un approccio globale che comprende la formazione dei dipendenti, audit regolari, la manutenzione e il controllo delle attrezzature, la promozione della salute e del benessere dei dipendenti, la fornitura di attrezzature di protezione individuale, la promozione della cultura della sicurezza sul lavoro e la pianificazione per le emergenze. Adottando queste strategie, le aziende possono creare un ambiente di lavoro sicuro e salutare per i propri dipendenti, riducendo il rischio di infortuni sul lavoro e aumentando la produttività e il successo dell’azienda.

La sicurezza sul lavoro è una responsabilità condivisa tra lavoratori e datori di lavoro. Se sei un dipendente di un’industria manifatturiera, impegnati a seguire le procedure di sicurezza e a utilizzare correttamente l’attrezzatura di protezione individuale fornita. Se sei un datore di lavoro, fai della sicurezza sul lavoro una priorità assoluta, adottando tutte le misure necessarie per proteggere i tuoi dipendenti. Insieme, possiamo creare un ambiente di lavoro sicuro e salutare per tutti.